Dr. Giusti, cosa sono esattamente i pattern stagionali?
È una “finestra temporale” di durata predefinita ma che si ripete ogni anno, con una certa sistematicità, durante la quale i prezzi tendono a muoversi nella stessa direzione, al rialzo o anche al ribasso.
Naturalmente parliamo sempre di “probabilità” e non di “certezze”, se fossero certezze sarebbe fin troppo facile investire sui mercati.
Un esempio?
Diciamo che essere consapevoli del fatto che un qualche titolo azionario negli ultimi 50 anni, nella stessa finestra di 50 giorni, è salito per 42 volte (ovvero l’84% delle volte), può darci un vantaggio da cui partire per costruire una strategia.
Si può dire da cosa dipendono, quali cause hanno le finestre stagionali?
Nelle commodities le stagionalità sono determinate, ad esempio, dalle dinamiche di domanda e offerta oppure dalla ciclicità della produzione: si pensi alla semina del grano, che può essere effettuato solo in certi momenti dell’anno e ai tempi richiesti per ottenere un raccolto, oppure al fatto che in estate si fa un maggior uso di benzina rispetto al gasolio da riscaldamento. Su certe azioni legate alle materie prime, osserviamo stagionalità simili, così come osserviamo stagionalità legate alle vendite e ai risultati comunicati nelle trimestrali.
Quanto sono affidabili? Come si fa a misurarle?
Misurare l’affidabilità di una finestra stagionale è semplice: se ha funzionato 42 volte negli ultimi 50 anni, possiamo affermare che ha un 84% di affidabilità. Meno immediata è la misurazione della sua robustezza, un fattore che richiede l’impiego di tecniche particolari, ma che, in ultima analisi, è ciò che conta davvero se intendo utilizzarla.
Come si articola un portafoglio sul mercato azionario italiano costruito su pattern stagionali?
La costruzione di un portafoglio deve essere guidata dalla massimizzazione dell’efficienza nell’utilizzo del capitale a disposizione. È poco efficiente un portafoglio composto da pattern stagionali che si concentrano in pochi mesi dell’anno, mentre per il resto del tempo non opera. Oggi abbiamo a disposizione piattaforme, ad esempio Seasonal Studio, che permettono di effettuare queste analisi in maniera automatica: dalla ricerca delle migliori stagionalità, alla loro validazione, alla costruzione e analisi di portafogli efficienti.
Come si sfruttano le opzioni, al posto delle azioni, per gestire il “portafoglio stagionale”?
Di una finestra stagionale sappiamo quando inizia, quando finisce e l’intensità del movimento che storicamente abbiamo osservato: queste informazioni sono preziose per il trader in opzioni, per definire la scadenza e gli strike da impiegare.
Il secondo e principale vantaggio di impiegare strategie in opzioni (a rischio predefinito) al posto delle azioni, per seguire una tendenza stagionale, è quello di potersi permettere di non usare lo stop loss: è quello che gli americani chiamano “staying power”. Ma di questo avremo modo di parlare più diffusamente in occasione del mio intervento alla TOL Expo 2022.