
“L’analisi tecnica è prima di tutto un’analisi di sentiment”, spiega Eugenio Sartorelli, fondatore del sito “Investimentivincenti.it”, trader di lungo corso e membro del Comitato scientifico della SIAT. “Infatti la primaria regola – prosegue Sartorelli - è quella di individuare il trend di un certo mercato, riferito ad un certo arco temporale”.
Quindi, cosa deve valutare un trader?
L’ipotesi principale è che se è in atto un trend, sia esso rialzista, ribassista o laterale, è statisticamente più probabile che proseguirà in tale direzione, piuttosto che prendere una delle due rimanenti. Si tratta di una regola da non trascurare mai: prendere posizione contro-trend porta inevitabilmente a delle perdite.
Come si fa a individuare il trend?
Uno strumento classico per analizzare un sentiment di un certo mercato è quello di conoscere l’opinione di un certo numero di operatori, considerato che un mercato, in realtà qualunque mercato, funziona perché vi sono compratori e venditori; anche dietro ai sistemi automatizzati vi sono delle persone che programmano tali sistemi. Tra questi sondaggi uno dei più famosi è quello che settimanalmente viene proposto dall’Associazione Americana degli Investitori Individuali (AAII). Certamente l’opinione di persone esperte è una buona misura del Sentiment ed è tanto più attendibile quanto più si ha un campione significativo di persone che vi partecipano. Quindi il consiglio è di leggere bene il report della AAII
Oltre ai sondaggi di sentiment?
E’ evidente che non si possono avere sondaggi attendibili su tutti i mercati, pertanto l’analista/trader può utilizzare oltre a degli strumenti qualitativi forniti dall’Analisi Tecnica, come ad esempio le trendline, anche una serie di strumenti quantitativi, ovvero Indicatori ed Oscillatori che vengono utilizzati per dare un peso a quella che è la forza di un trend entro un certo arco temporale. In questo modo si riesce a ponderare più precisamente l’intensità di un trend. In genere gli Indicatori/Oscillatori utilizzano opportune combinazioni di Prezzi e Tempi. Tuttavia quelli più evoluti integrano anche l’informazione fornita dai Volumi. Fra questi cito: Money Flow Index; Volume Price Trend Indicator; Volume Flow Indicator. È molto importante che l’analista/trader non ecceda nell’utilizzo di Indicatori/Oscillatori, poiché sono spesso ridondanti e generano un effetto “confusione” che va contro lo scopo originario, ovvero quello di individuare un trend.
Altri indicatori utili?
Vi sono anche una serie di Indicatori di Sentiment che provengono dal mondo delle Opzioni. Tra i più noti vi è l’Indice Vix, legato alla volatilità espressa dal prezzo delle Opzioni sull’S&P500. Questo è tipicamente un indicatore
contrarian poiché tende a salire su discese dell’S&P500 ed a fare picchi massimi su minimi di mercato. Vi sono moltissimi altri Indicatori di Sentiment derivanti dalla Opzioni e sono di grande ausilio per distinguere fasi di forti tensioni rispetto a fasi con andamento più “regolare”.
Errori da non commettere?
Molti operatori, soprattutto alle prime armi, cercano il cosiddetto strumento “anticipatore”. Ma pensare che vi siano strumenti che abbiano queste proprietà è più una illusione che una realtà. Il trend lo si asseconda, non lo si anticipa. Un bravo analista/trader è colui che rapidamente si accorge di una variazione di intensità del trend e poi di un suo cambio di direzione. Il voler anticipare l’andamento futuro di un certo mercato è più un esercizio da indovini che da analisti/trader.